martedì 15 dicembre 2009

I lunghi coltelli

Il re non sarà forse nudo, ma vulnerabile sì. Dopo l'attacco di un folle armato di riproduzione in scala del duomo di Milano, si cercano i responsabili, i mandanti cosiddetti morali, e dato che ci siamo nel gruppo dei mandanti ci si metta tutti quelli che non stanno simpatici. Questo, in breve, il clima di questi giorni. Clima esclusivamente politico in cui si cercano responsabilità con toni da lotta a un terrorismo che non c'è.

Si finge di gettare acqua sul fuoco e invece ci si butta benzina. Stasera a Ballarò Castelli e la Gelmini si indignano con la Concita de Gregorio perché Berlusconi sarebbe stato definito "mafioso, frequentatore di minorenni e piduista". Sulla prima definizione d'accordo, sussistono dubbi. Il secondo epiteto venne coniato in base alle dichiarazioni dell'interessata Noemi Letizia e della (ex) moglie Veronica Lario. Quanto alla sua appartenenza alla P2 ormai è cosa nota ed arcinota.

Castelli ha risposto sostanzialmente dando della puttana alla De Gregorio e riuscendo ad essere insieme fascista, maschilista, idiota e privo di fantasia.

Ma il vero bombarolo incendiario oggi è stato il Capogruppo alla Camera Pdl Fabrizio Cicchitto, che ha individuato tra i responsabili dell'istigazione al gesto alcune testate come Repubblica, L'Espresso, Il Fatto Quotidiano, giornalisti come Santoro e Travaglio, e un partito politico, l'Idv in blocco.

Solo ieri il Guardasigilli Angelino Alfano aveva puntato l'indice sui giudici.

Nel frattempo Maroni dà forza a tentativi che ripetutamente sono emersi dai banchi del parlamento di procedere ad un controllo della rete internet. Si parla di oscuramento di pagine. si parla anche di provvedimenti sulle contro-manifestazioni di piazza. Provvedimenti fascisti. Piccolo, sarà Mamma Stato a vigilare sulla tua sicurezza, lascia stare i cattivi maestri, non andare con i cattivi che protestano e usa internet per guardarti un bel film porno.

Ultimo preso di mira è stato il Presidente della Camera Gianfranco Fini, reo di aver dichiarato le proprie perplessità di fronte all'ennesimo voto di fiducia, questa volta per approvare la finanziaria. I commenti, negativi, degli esponenti della stessa maggioranza, sono ben presto arrivati. Cito fra tutti quello di Bondi "La decisione e soprattutto la valutazione espressa dal presidente della Camera sono destinate a non aiutare l'apertura di un clima politico nuovo di cui l'Italia ha bisogno" non la più "cattiva", di certo la più subdola.

Fini d'altronde, alla faccia della distensione, viene visto, o meglio, viene propagandato dai suoi come nuovo capo dell'opposizione. Pare infatti che molti esponenti della maggioranza, affiancati da quotidiani come Libero o Il Giornale, non vogliano riconoscere Bersani, Casini, Di Pietro come leader dell'opposizione. Secondo loro a capeggiare l'opposizione (ma quella di sinistra, eh!) si sarebbero succeduti Veronica Lario, Patrizia D'Addario, il mafioso "pentito" Gaspare Spatuzza, nonchè Gianfranco Fini. E questo ovviamente rientra nei toni moderati del centro-destra, conformemente al fatto che l'epiteto più simpatico dato agli elettori di centro-sinistra negli ultimi anni è stato "coglioni".

Nel frattempo quel che fa Napolitano è invitare tutti a stare buoni, che è arrivato il Santo Natale. Ignorando persino gli attacchi alla sua figura istituzionale.

I berlusconiani continuano a rivelarsi un branco di lupi più pericolosi del loro leader. Accompagnati dalle nostalgie fasciste dei leghisti e di ex esponenti di An, mentre la Santanchè e Storace da mesi sono occupati a far campagna elettorale nei salotti televisi, in attesa del prossimo turno quando torneranno in orbita Pdl.

Qualcosa mi dice che i toni non si abbasseranno. Qualcosa mi dice che andrà sempre peggio. Le opposizioni non possono permettersi di stare a cincischiare sulle rispettive posizioni. Questo governo deve cadere, con ogni mezzo, con ogni alleanza.

lunedì 2 novembre 2009

2 novembre






Oggi è ormai il poco festeggiato Giorno dei Morti. E oggi mi tocca tristemente ricordare Alda Merini, che ieri se n'è andata. Lei, alta esponente della complicata razza dei poeti.

Credo che non si offenderà se per una volta la terrò con i miei morti. Tra quelli a cui oggi offro un garofano rosso...

venerdì 30 ottobre 2009

Forse forse l'è na batana...

No, per dire, le mie conoscenze marinaresche.
Comunque la vicenda non mi convince, per niente.
Mi riferisco alla nave ritrovata a largo di Cetraro, sul fondale calabro. Secondo l'ultima dichiarazione del ministro dell'ambiente Prestigiacomo e del procuratore antimafia Piero Grasso si tratterebbe di una innocua nave passeggeri affondata durante la prima guerra mondiale. Non il cargo Cunsky ma un piroscafo passeggeri, il Catania.
Questo porterà sicuramente a delle conseguenze: 1 - alla delegittimazione delle parole del pentito Francesco Fonti, 2 - all'abbassamento generale della soglia di guardia visto che non c'è alcun pericolo (e l'alta casistica di tumori? e i metalli pesanti e radioattivi rintracciati sul territorio?), 3 - al fatto che probabilmente la nave rimarrà lì un bel po', visto anche che tirarla su costerebbe un botto e adesso non sono tempi da scialare...

Detto questo vorrei farvi vedere un paio di video da Telecosenza risalenti alla metà di settembre.








Da cui devo dedurre che l'assessore Silvio Greco quando parla di nave risalente agli anni 60-70 non sa quello che dice e che di mare ne capisce quanto me. Senza contare il mistero di una stiva che prima è piena e poi misteriosamente vuota. Calcolando poi che un piroscafo passeggeri del 1906 sarà un pelino diverso da una nave da carico del 1960. Penso io.

Durante la conferenza stampa c'è poi stata una preoccupante dichiarazione del procuratore di Catanzaro Giuseppe Borrelli che secondo la NuovaCosenza avrebbe affermato: "non ci saranno rilevamenti a terra perché il pentito Francesco Fonti in nessuna occasione ha parlato di rifiuti sotterrati sul greto del fiume Oliva".

Certo Piero Grasso ha anche confermato che non si intende abbassare la guardia sulla difesa del territorio dalle mafie. Io comunque non mi sento rassicurata nè tantomeno convinta su questa vicenda, di cui peraltro mi pare si sia cercato di parlare il meno possibile. E a quanto pare non sarei l'unica a nutrire qualche perplessità...

lunedì 5 ottobre 2009

Vaneggiamenti e profezie



La maggioranza fa quadrato attorno al proprio leader Berlusconi. Non è una novità. e questa volta le durissime parole, incitamento ad andare in piazza, sospetto di dendenze sinistre dei giudici, allarmismo sui tentativi dell'opposizione di rivotare come un calzino il risultato delle urne del 2008 eccetera eccetera, questa volta, dicevamo, le lamentazioni toccano a Cicchitto. Sentita distrattamente la notizia, mi son detta: vuoi vedere che dopo la manifestazione di sabato ci vogliono copiare e vedere quanti ne ragruppano in piazza loro?

Senonché la situazione è molto più tragica. Di che si lamentano adesso? Contro quali abusi il popolo del centro(?)-destra dovrebbe scendere in piazza?

Il problema è una sentenza di condanna. No, non verso Berlusconi, ma verso la Fininvest, che oggi è Mediaset e non è più di Berlusconi. Vabbeh, è della figlia, ma pure lui per anni a chi glielo faceva notare rispondeva "eccheccentra?"

La sentenza non è penale ma civile. In pratica la Fininvest viene condannata a pagare un risarcimento alla Cir di De Benedetti per aver agito slealmente (cioè corrompendo un giudice) riguardo all'acquisto della Mondadori, su cui De Benedetti avrebbe avuto prelazione avendo già firmato un accordo.

La sentenza non piove dal cielo ma deriva a sua volta da una sentenza penale del 2007 che ha visto condannati tra gli altri il suddetto giudice e Cesare Previti, allora avvocato di Berlusconi. Berlusconi no, anche se non assolto ma prescritto.

Detto questo il Pdl parla di giustizia a orologeria. Considerato che il lodo Mondadori risale al 1991, le prime indagini al 1995 e le condanne definitive al 2007, risulta assodato che per decidere delle date delle udienze le toghe rosse si servano di Nostradamus...

sabato 3 ottobre 2009

Se non è fascismo questo...




Questo è un post scritto sull'onda dell'indignazione. La notizia al solito l'ho trovata su un blog perché evidentemente certe porcherie non sono abbastanza gravi da trovare posto in un giornale, in pagine che non siano di cronaca locale.
Eppure sono notizie relativamente datate. La prima risulta nel sito de "Il Giornale" addirittura dal 30 maggio. Ne riporto un estratto.

Il «vicesindaco» Giancarlo Gentilini, interessato da sempre alla sicurezza dell’area, intensifica le verifiche facendo battere i palazzi sospetti porta a porta dopo aver valutato, e visionato, le numerose segnalazioni dei cittadini italiani che lamentano un sovraffollamento di immigrati in alcune abitazioni private.
La seconda notizia, un po' più fresca, è comparsa nell'edizione locale del "La Repubblica". Praticamente i vigili urbani di milano si appostano alle fermate degli autobus, fanno salire gli immigrati su di un autobus speciale con le grate ai finestrini e dopo il raccolto della giornata li portano in caserma per identificarli.
Insomma un essere umano che se ne va per i fatti suoi può essere fermato, condotto via e trattenuto una giornata senza che abbia compiuto alcun reato se non quello di trovarsi a Milano. E questo è il risultato della legge sulla "sicurezza". Qualcosa di molto vicino allo squadrismo.

Il provvedimento è difeso dal sindaco Moratti, che sostiene, copiando chissàperché Berlusconi, che la maggioranza dei cittadini di Milano è d'accordo con lei.

Altro strenuo difensore del provvedimento è il capogruppo della Lega al comune di Milano, proprio quello che aveva proposto di istituire vagoni della metropolitana riservati alle donne e ai milanesi, quello che trascorreva simpatiche serate a Pontida con i beoni amici leghisti a bere birra e a intonare cori razzisti contro i napoletani. Quello che non si capisce cosa ci stia a fare in politica, classe dirigente senza laurea e prudentemente promosso per rimozione al Parlamento Europeo. Questi ha rilasciato dichiarazioni come: "Quei bus hanno un effetto deterrente, vedendoli, i clandestini capiscono che se ne devono tornare a casa", o, "se non si è trovato un altro modo di fare i controlli, significa che quello è il migliore possibile. Ciò che conta è il risultato, cioè che tutti i clandestini se ne vadano a casa".

Io mi vergogno. E non posso fare a meno di sentirmi in qualche modo colpevole.

mercoledì 23 settembre 2009

Utilizzatori finali di Stato



Una vera chicca apparsa sul Corriere di oggi: l'intervista a Gianni De Michelis, socialista in piena epoca Mani Pulite, già maestro dell'attuale ministro Brunetta. E proprio grazie a Brunetta tornato alla ribalta: il fedele discepolo lo ha insignito dell'incarico di consulente, pur con limitato emolumento.

Dalla prima repubblica i tempi però sono cambiati. E di questo sembra essersene ben reso conto De Michelis, viste le chicche che regala alla stampa, tra le quali quella che più mi ha infastidito è questa:

Eppure Mani Pulite si poteva chiude­re in due mesi: noi socialisti avevamo Palazzo Chigi, la Giustizia, la Difesa, vale a dire i servizi e i carabinieri. Do­vevamo fare subito il decreto per de­penalizzare il finanziamento illecito. Invece ci dividemmo: Martelli tentò di fregare me e Bettino, Amato badò a salvare la ghirba. Con un cane da guardia come Brunetta, Berlusconi non finirà così.

Insomma Mani Pulite si poteva e si doveva chiudere. Con l'utilizzo delle forze dell'ordine e dei servizi segreti. Un golpe bianco, altro che stato democratico. Quindi con un decreto per depenalizzare il finanziamento illecito. Che vuol dire eliminare il reato cambiando la legge per favorire la propria parte politica. Lezione come sappiamo ben appresa da Berlusconi (che non ha mai negatole sue simpatie per il vecchio PSI e che da quel partito è sempre stato favorito).

Ormai non vi è più nessun pudore. Di fronte ad un Capo del Governo che ha cambiato le leggi come più gli ha fatto comodo e che ha ammesso di fare allegre festicciole con puttane incluse perché "gli piacciono le donne", affermazioni di una tale gravità da parte di un vecchio politicante passeranno sicuramente inosservate.

Tristezze



Ieri un blog del Corriere ha riportato questa notizia: secondo uno studio americano le donne (almeno le americane) sono infelici. Sono più infelici degli uomini (mentre quest'ultimi sono sempre più felici), sono più infelici mano a mano che invecchiano, sono più infelici mano a mano che passano gli anni. Una considerazione proposta dai due studiosi che hanno guidato il progetto è che “L’emancipazione socioeconomica delle donne nelle società industrializzate ha portato ad un declino del loro benessere psicologico”.

I commenti si sprecano. Siamo infelici perché vogliamo fare troppo, siamo infelici perché vogliamo troppe cose, siamo infelici per colpa del femminismo, siamo infelici perché abbiamo voluto troppo e adesso non siamo più in grado di gestire tutto quello che ci è stato dato. Siamo infelici perché abbiamo voluto alzare troppo l'asticella delle nostre pretese e dei nostri desideri.

Per un po' devo dire che anch'io mi sono aggiunta alla schiera delle infelici. Poi ho pensato: ma da quand'è che ci si preoccupa del problema delle felicità delle donne?

Mia madre ha 51 anni e sette tra fratelli e sorelle. Ha solo la licenza media anche se le sarebbe piaciuto studiare, perché allora in famiglia il privilegio di studiare era riservato ai maschi e le femmine dovevano andare a lavorare il prima possibile per contribuire col loro stipendio alla famiglia.
Si è sposata a vent'anni con mio padre che forse non conosceva abbastanza bene, visto che non si aspettava che "fosse così", e poi allora ci si sposava senza aspettare troppo, anche per uscire dalla famiglia. Dopo 12 anni è riuscita a lasciare mio padre, con pochi appoggi e molte critiche, anche dalla sua famiglia.
Quando si è sposata non aveva l'abito bianco. Era incinta e l'abito bianco era riservato alle vergini, vere o presunte tali.

Penso che a volte quando si parla dei danni del femminismo si tenda a dimenticare qual'era la realtà femminile. E la condizione di mia madre era la normalità.
Cos'hanno chiesto le donne di così pesante. Il diritto di votare? Il diritto di studiare? Il diritto di avere un lavoro dignitoso, soddisfacente o persino prestigioso?
O ancora il diritto di poter lasciare un uomo? Il diritto di avere o no un figlio? O forse il fatto di rendere lo stupro un delitto contro la nostra persona o il fatto di privare l'uomo del diritto di ucciderci per un tradimento? Cosa abbiamo ottenuto di così scandaloso?

E invece quante cose ci vengono chieste? Di esser brave, più brave. Di essere disponibili, ma non troppo. Di fare dei figli e occuparci degli anziani. Di curare la casa. Soprattutto di essere belle belle belle secondo canoni che noi non abbiamo scelto. Di essere sorridenti. Di non rompere.
Adesso anche di dover essere felici per quello che finora abbiamo avuto.

Non so voi ma io intendo difendere il mio diritto ad essere incazzata. E a volere molto, ma molto di più.

lunedì 14 settembre 2009

Notizie della sera


E' di stasera la notizia che mamma Rai avrebbe deciso di spostare la prima puntata di "Ballarò" per non mettere in ombra il "Porta a porta" del figlio prediletto Bruno Vespa. Puntata in cui il nostro si occuperà dello smantellamento ufficiale delle tende dei terremotati in Abruzzo, prevedibilmente sperticandosi in lodi e controlodi al governo.

Il commento di Vespa è stato che lo spazio esclusivo lui se l'è meritato. Come riconoscimento per aver raccolto "ben quattro milioni di euro per alcune opere da realizzare nell'area del terremoto". Per una raccolta di fondi ben riuscita.

Insomma ormai per fare di tutto. A parte informazione, si intende.

mercoledì 9 settembre 2009

Videocracy

Dei vizi e dei tiranni fustigatore

E così alla fine ho visto Videocracy, film, proposto fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e distribuito in 40 copie, di cui molto si è discusso (con conseguente ritorno pubblicitario). Un documentario, dai toni parecchio pacati, che in fondo fa due più due sul rapporto tra potere mediatico e potere politico. Riferito ovviamente a Silvio Berlusconi.
Sostanzialmente nessun riferimento a scandali di carattere sessuale. Si accenna, questo si, al protagonismo che ha in questo mondo di lustrini il corpo femminile. Soprattutto pone l'accento su personaggi come Lele Mora (con simpatie per neri tempi andati... chi ci sta a denunciarlo per apologia del fascismo?) o Fabrizio Corona, visti come i "pupari", inventori di personaggi.

Tristissimo per chi, come me, ha tutt'altre ambizioni. E mi sento un po' un pària a non riconoscermi come abitante di un paese dei balocchi dove tutto va bene e tutto è più bello e colorato. Ma magari oggi sono solo un po' più depressa e sfiduciata del solito...

Comunque un pensiero guardando la foto del Savonarola. Se il Girolamo avesse visto questi tempi mi sa che si sarebbe dato fuoco da solo...

giovedì 27 agosto 2009

Buone raccomandazioni


Ovvero esercizio di esegesi su un articolo di Bruno Vespa.

Si tratta di un articolo apparso il 25/8 sul Gazzettino nazionale. Un fondo firmato Bruno Vespa sotto forma di lettera aperta rivolta nientepopòdimeno che a Renzo Bossi, figlio del più noto Umberto nazionale, pardon, padano.

Detta lettera aperta, che potete trovare nell'archivio on line del quotidiano, inizia come da programma con una captatio benevolentiae, che potremmo rinominare le ricordanze e in cui il giornalista si presenta quasi come il padrino di battesimo del rampollo leghista.

Segue il primo, apparente, argomento fondamentale: il giochino chiamato "rimbalza il clandestino", che Vespa boccia con chiari intenti pedagogici: "Se è così, caro Renzo, per favore cambia gioco. Anzi fatti promotore perché nessuno dei tuoi amici passi il tempo in questo modo". Poi però il nostro Vespa si trova in chiara posizione di impasse. Da una parte il governo, con i respingimenti e i morti in mare ecc. ecc., dall'altra la chiesa. Cosa sceglierà il nostro basabanchi? Ecco il capolavoro.

Innanzi tutto i colpevoli. "So bene che l'incredibile indifferenza europea e un malinteso senso umanitario con le bende sugli occhi ha fatto per troppo tempo dell'Italia il porto franco dei disperati (e dei delinquenti) di mezzo mondo." E segue elencando i provvedimenti presi dal governo che, ci mancherebbe altro, sono giustissimi. Poi però subentra la pietà cristiana per quelli che "sono uomini come te e come me", gente che "merita rispetto", almeno finché se ne sta oltre confine. Concetto rimarcato dalla triste storia del ragazzo che ha dovuto abbandonare la mamma. E la mamma, come sappiamo, è sempre funzionale a certa retorica.

Quindi il suggerimento al virgulto di sangue padano, che per la futura attività politica ha già alle spalle una buona scuola (e speriamo che non parli del liceo, che sarà anche buono ma che ha bocciato tre volte il ragazzo alla maturità). Il suggerimento è: "in politica, come in ogni mestiere, bisogna cominciare dal basso, bisogna sporcarsi le mani". Far volantinaggio? preparare le sale della sezione? non se ne parla!

"Quando Roberto Maroni va in Libia o in Tunisia o in Marocco, fatti inserire in qualche modo nella delegazione" e di seguito "Infine accompagna qualche parlamentare della lega a Bruxelles".
A parte che non ce lo vedo uno che parte dal basso ad assistere alle contrattazioni delle delegazioni, ma questo è un chiaro incitamento a farsi raccomandare. O così a me sembra.

Ma è alla fine che emerge la fedeltà assoluta del Vespa al governo: "cerca di capire perché l'europa tarda a varare l'unica soluzione possibile: un gigantesco finanziamento nei luoghi di maggiore povertà - il nuovo piano Marshall, diceva Berlusconi - per evitare che milioni di disperati premano a frontiere che prima o poi, purtroppo, cederanno di schianto".

Ed ecco, la atavica paura dei barbari alle porte dell'impero. Vespa non dice però che il gigantesco finanziamento qualcuno lo deve pur pagare e che la Comunità è presa da ben altre beghe. Senza contare che con la crisi in atto i finanziamenti forse è meglio darli agli stati membri, specie se in difficoltà. Vespa non spiega che il piano di aiuti alla Libia in realtà è un regalo a talune imprese italiane e vincolato a all'attività delle stesse. Vespa infine non spiega come l'Italia sia spaventosamente in ritardo con gli impegni di aiuto assunti nei confronti dei paesi africani. Vespa si limita a un buffetto sulla guancia al giovincello, che tanto giovincello non è, e che già ha iniziato a far danni. E che speriamo vivamente decida di lasciar perdere la carriera politica. Nonostante i suggerimenti dello "zio" Bruno Vespa.

domenica 9 agosto 2009

Lotta Continua

Ci sono parole che in questo mondo della finanza e della new-economy sembrano essere passate di moda. Parole spazzate via dal vento dell'ottimismo di facciata, da una pretesa modernità che ha voluto oscurare le ideologie, stendendogli sopra una bel drappo scuro. E così sia. Parole come lotta sindacale, operaio, lavoro, fabbrica, padrone. Parole concrete, spesse, effettive, che però sembrano un po' vecchie. Parole in bianco e nero, che si portano dietro una certa, impalpabile nostalgia...

Eppure, oggi come ogni giorno da circa un anno a questa parte, una cinquantina di operai intraprende una lotta per impedire la chiusura di una storica fabbrica, la Innse, perfettamente funzionante. Fabbrica che deve essere smantellata per produrre soldi facili sacrificando il lavoro.

Per quel che può servire gli operai dell'Innse hanno tutta la mia solidarietà. Non solo perché impegnati nella causa giusta di difendere il loro posto di lavoro. Ma perché, oggi come oggi, sono un simbolo che parla di impegno, di responsabilità sociale, di principi. E ai principi io ci sono parecchio affezionata...

Qui sotto un video spiega un po' di cose...

venerdì 7 agosto 2009

Spagna


Eccovi le foto della mia lunghissima vacanza un po' qua un po' là per la Spagna. Scampoli vari di 14 intensissimi giorni.



Spagna 2009

giovedì 9 luglio 2009

Turisti delle rovine


Oggi tutti a parlare del G8. Un successone, pare, all'insegna del "volemose bbene". Con i capi di stato che forse davvero, di fronte alle rovine dell'Aquila terremotata, si siano resi conto di non vivere in una bolla ma in una realtà che spesso non è così bella. Che forse sono stati aiutati a prendere decisioni concrete senza discutere troppo su questioni di lana caprina.

E tutto bene. E han deciso di venire proprio tutti. Con le first ladies in scampagnata, con madame Carlà che ha studiato attentamente i tempi della personale entratain scena, con George Clooney impegnatissimo a fianco di Walter Veltroni che impegnato non è mai riuscito ad essere di fronte all'Italia (e forse questa passerella avrebbe anche potuto risparmiarsela e risparmiarcela e gliene saremmo stati immensamente grati).

E forse è vero che il G8 aiuta a non far dimenticare l'Aquila. E forse è vero che confrontarsi fa del bene a tutti, ma c'è un peso, un sapore amaro che mi sale dalla bocca dello stomaco, un non so che.
Ho realizzato, il G8 all'Aquila offende il mio senso del pudore. Mi sa di ostentazione delle proprie miserie, di piagnosa ricerca di compassione. Michelle Obama si è preoccupata dei bambini, quasi fossimo un sottosviluppato paese africano. E noi contenti della sua sensibilità. Contenti di fare da guida a questi turisti delle macerie, a mostrare quanto è cattiva la natura e quanto siamo bravi a metterci una pezza.

E' inutile: il G8 all'Aquila ferisce il mio orgoglio...

lunedì 15 giugno 2009

Il maiale e la colomba

(l'immagine, troppo bella per non "rubarla", proviene dal Blog di Beppe Grillo)


Eh già, mi sembra di essere "posseduta" dal poeta Fedro con tutto 'sto bestiario...
Comunque in questo caso "il maiale che dà del porco alla colomba" è l'avvocato Ghedini, che come sappiamo, è parlamentare PdL e avvocato personale di Berlusconi. La notizia, direi di portata storica, è che Ghedini ha scoperto il conflitto di interessi, anche se per ora solo quello altrui...

Almeno questo è quello che emerge da una sua dichiarazione ripresa da La Repubblica on-line. Per chi non ne fosse al corrente Zappadu è il fotografo autore degli scatti a Villa Certosa, residenza sarda del Presidente del Consiglio.

Alle considerazioni giuridiche il deputato-avvocato abbina una lettura "politica": "Non è casuale che l'avvocato (Giommaria Uggias-ndr) che difende Zappadu sia un eurodeputato dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. C'è una doppia veste - avvocato e parlamentare - che non si dovrebbe confondere. Voglio dire: se la vittima è il presidente del Consiglio e l'accusato è difeso da un deputato di un partito d'opposizione... beh... è come se io mi costituissi parte civile in un qualsiasi processo nei confronti chessò di D'Alema, di Fassino o di Prodi".

Ecco.

venerdì 12 giugno 2009

Polli



Non so voi ma ogni volta che sento parlare di statistiche mi viene in mente la famosa storiella del pollo. E questa volta la statistica non mi arriva da Renato Mannheimer o dal Premierissimo in persona, ma dal quotidiano Libero, per me ineguagliabile e ineguagliata fonte di ispirazione.

Si tratta di un sondaggio in apparenza molto serio, destinato ad appurare il grado di affezione dell'elettorato cattolico al Pdl e a Berlusconi, e che ha evidenziato come quasi un quarto degli elettori cattolici praticanti che votavano Pdl non abbiano confermato il loro voto. E vabbeh, ce ne faremo una ragione. Tanto quanti sono i praticanti cattolici in Italia? quanti i praticanti cattolici che nel 2008 hanno votato Pdl? Boh, non viene detto, anche se sarebbe stato utile per dare un quadro della situazione.

Dall'utilissimo sondaggio appare che quasi un quarto del quasi quarto dei cattolici praticanti che avevato votato per Berlusconi nel 2008 e stavolta no, hanno ponderato la loro decisione sulle dichiarazioni sui temi etici di Gianfranco Fini. E a questo punto tiriamo pure un sospiro di sollievo e iniziamo a capire a cosa è servito il sondaggio.

Ma emerge poi il dato sconcertante. Ben il 3,2% del quasi quarto di cattolici di cui sopra non ha confermato Berlusconi... a causa della vicenda Kakà.

Ripeto, per la vicenda Kakà.

(Libero poi aggiunge "mentre solo il 3,9% dei fedeli praticani che hanno lasciato il Pdl lo ha fatto perché non è d'accordo con la politica del governo sull'immigrazione", così noi comprendiamo sempre di più l'utilità del sondaggio...)

L'insieme dà un'idea assai poco lusinghiera del bacino elettorale cattolico del Pdl. Ma mi fa venire in mente anche un'altra idea. Che 'sti sondaggisti ci stiano prendendo per...

Appunto.

giovedì 11 giugno 2009

Venduti alla Libia


E così Gheddafi è sbarcato in Italia. E l'ha fatto da padrone, rinfacciando il passato coloniale, portando al petto la foto dell'eroe anti-italiano Al Muktar, in aereo il figlio dello stesso e davanti al Capo dello Stato le parole "Ciò che l'Italia ha fatto sarebbe impagabile". Certo non male per iniziare un dialogo e più che sufficiente per uno scontro diplomatico. Eppure nessuno sembra aver fatto una piega, perché?

Gli incontri di questi giorni servono a suggellare il trattato di Bengasi dell'anno passato, in cui l'Italia per ottenere il "perdono" ha contrattato 5 milioni di dollari in 25 anni per la costruzione di una autostrada. Ma questa non è l'unica cifra in ballo: la Libia vanta infatti una partecipazione del 4,6% nel gruppo bancario Unicredit ed è presente nell'azionariato Juventus. Senza contare che la Libia fornisce all'Italia il 25% del petrolio e il 33% del gas naturale (fonte euronews), percentuali che potrebbero aumentare. Sul piatto pesano anche gli accordi su pesca, sfruttamento delle risorse, imposizione fiscale, possibili futuri investimenti libici in aziende strategiche come Eni, Enel, Telecom. E non ultimo lo sdoganamento della Libia sulla scena diplomatica internazionale e 4 motovedette.

Insomma sembra ci guadagnino un po' tutti. L'Italia porta a casa accordi commerciali sulle fonti energetiche, vantaggi per aziende che andranno a costruire le opere di "riparazione" come le ormai onnipresenti Impregilo (e poveri libici... ancora non sanno come gli uscirà l'autostrada...) e Finmeccanica, Berlusconi porta a casa un "successo" diplomatico e uno spot elettorale di tutto rispetto sui respingimenti agli immigrati. La Libia un po' di soldi di risarcimento, la possibilità di entrare in Italia con i propri capitali e un futuro potere di ricatto sul Belpaese (vedi Putin e il gas che passa dall'Ucraina). Gheddafi lo spot di non essersi piegato di fronte agli italiani colonialisti, la figura di dettare le regole del gioco e un nuovo pass d'accesso alla politica internazionale (e già sarà presente al prossimo G8 in quanto presidente all'assemblea generale Onu e presidente dell'Unione Stati Africani).

Chi ci rimette? Gli africani che tentano di arrivare in Italia, che sembra proprio non vengano trattati particolarmente bene in Libia (almeno secondo Amnesty International). Ma tanto di questi non è che gliene freghi molto a nessuno...

sabato 16 maggio 2009

Consumo di letteratura



Devo essere sincera: la notizia è di qualche tempo fa. Ma anche se con ritardo mi pare il caso di evidenziare una iniziativa meritevolissima, che spero venga copiata e copiata e copiata.
Dedicato a tutti quelli che almeno una volta nella vita si sono detti "Madame Bovary c'est moi!", a tutti coloro che hanno apprezzato il capolavoro di Flaubert, agli addetti ai lavori e a chi per curiosità vorrebbe sapere cosa sta dietro a un romanzo... La Biblioteca Municipale di Rouen ha messo tutti i brogliacci del "Madame Bovary" in un apposito sito web.
Oltre all'edizione integrale del romanzo è così possibile visionare e leggere i manoscritti originali (vedi foto), corredati di trascrizioni e ordinati secondo "tavole genetiche".
Un sito fatto benissimo, ovviamente è tutto in francese ma è strutturato in maniera schematica e la navigazione è intuitiva. Poi partendo dalle tavole genetiche è possibile vedere, pagina per pagina, come si è stratificata la composizione, dal primo brogliaccio al manoscritto del copista (con ancora qualche correzione dell'autore) alla stampa definitiva e per ogni strato passare alla visualizzazione della pagina che interessa. Fateci un giro, merita. http://bovary.univ-rouen.fr/

venerdì 8 maggio 2009

Cornuti e mazziati

Da la Rana in un prato il Bue fu visto;
E punta da livor di tanta mole,
Gonfia la scabra pelle, e chiede a' figli,
Se ancora il Bue ne la grandezza avanzi.
Rispondono, che no. Ella più gonfiasi,
E chi maggior fia, chiede: Il Bue ripetono.
Sdegnata alfin, con tal forza si gonfia,
Che rottasi la pelle, estinta giace.

Quando ho saputo del tentativo da parte di Fiat di annettere Opel mi è venuta in mente questa favoletta. Insieme alla considerazione che, come? Piangono per la crisi, hanno bisogno di incentivi al mercato, lo stato gli deve passare la cassa integrazione... Ma i soldi dove li trovano?
Ora pare si sia svelato l'arcano. Fiat fa spese, ma le spese, se le indiscrezioni tedesche saranno confermate, le faranno l'Italia e gli italiani. Sembra che Fiat terrà aperti gli stabilimenti strategici e chiuderà gli altri. E chiuderà in Italia. Magari per aumentare la produzione in Polonia.
Per ora Marchionne non si è pronunciato sulla vicenda. Temo si tratti di silenzio assenso.

lunedì 4 maggio 2009

Dizionario spagnolo

Questa volta sarà un copia-incolla da el Paìs. Troppo bello per non citarlo, soprattutto per la conclusione.


Sobre la palabra 'veline'



La palabra veline procede de la época fascista italiana. Velina, en singular, se llamaba a la nota que enviaba la censura a los periodistas señalando las cosas que se podían o no escribir. Era, por decirlo así, una intervención fuera de texto y de contexto. Por analogía, cuando las azafatas de un programa televisivo aparecían fuera de contexto, por ejemplo cuando los presentadores estaban dando las noticias, se les empezó a llamar veline. Hoy, la palabra se ha convertido en el símbolo de la regresión cultural italiana.




domenica 26 aprile 2009

Io c'ero!!!




Ebbene sì, all'anteprima mondiale di Nutriaman III io c'ero! Certo, si tratta di un film amatoriale, che forse chiamare b-movie è un po' eccessivo. Ma devo dire che è molto ben fatto e soprattutto che mi ha divertito. E più di altri film visti al cinema o di tante "oscenità" che propina la tv.

Per chi volesse conoscere meglio il progetto e quelli che ci lavorano, questo è il sito di riferimento: www.taiantpictures.com

E qui sotto un piccolo video sul making of del film. Artigianale come tutto il resto.

lunedì 20 aprile 2009

La voce del padrone...

Vi sono cose che tendono a rimanere inosservate, almeno finché qualcuno non le tira fuori... in questo caso onore a quelli di La7, senza i quali ci saremmo persi l'ennesima exploit del Presidentissimo...




E aggiungo un'altra chicca che mostra qual'è il clima in RAI, giusto per mostrare che c'è chi si adegua... Prontamente proni.



Il commento, salace, lo lascio ad un articoletto di Travaglio sull'Unità.

sabato 18 aprile 2009

Fuori Porta



Martedì scorso ho approfittato con Rossella per fare una piccola gita in quel di Ravenna, tra mausolei, battisteri e soprattutto mosaici. Una sorpresa è stata la Domus dei Tappeti di Pietra, e la considerazione di quanta pazienza, quanta per metter giù tesserina a tesserina...
Un link se ci volete fare un giro anche voi: sito veramente ben fatto.
http://www.turismo.ra.it/

mercoledì 15 aprile 2009

Versione Ufficiale

1-

Vorrei spendere due righe sul caso Santoro, visto che ormai l'han fatto tutti. Santoro non mi sta simpatico. Mi dà di essere uno di quelli che, quando gli stringi la mano, te la porgono molle molle e magari sudata.
Comunque sia ormai è tradizione che ogni tanto venga attaccato dai vertici politici e aziendali, giusto per fargli abbassare la cresta e capire chi comanda. L'accusa che gli viene fatta è d'essere fazioso, di fare propaganda ad una parte politica e, stavolta, di sciacallaggio sul terremoto in Abruzzo. Cosa che mi pare la settimana scorsa abbiano fatto un po' tutti, tg1 e Riotta trionfante compresi.
Quello che pare faccia imbestialire tanti è che Santoro promulghi certe idee sul servizio pubblico. Che è un po' come dire che le reti private possono teoricamente permettersi tutto, ma al servizio pubblico no: bisogna essere inquadrati, coperti e dire che tutto è stato fatto bene e tutto va bene.

Intanto è stato sospeso Vauro per la vignetta di cui sopra, considerata «gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la misione del servizio pubblico». Nella mia vita ho visto vignette peggiori e la vignetta di Vauro si inseriva in una serie, in un contesto estremamente rispettoso per le 300 vittime incolpevoli di questa tragedia.

2-

Mi sento quasi in dovere di diffondere la cosa, visto che sembra essere passata inosservata... Lo scorso 26 marzo sul quotidiano spagnolo El Paìs è apparsa una lettera al direttore, inviata dall'ambasciatore italiano a Madrid. Lettera che iniziava con vive proteste "Giorno per giorno cresce in me la sensazione che EL PAÍS stia portando avanti, non so fino a che punto in modo cosciente, una campagna di sistematica demolizione dell'immagine dell'Italia", e che, dopo qualche bla bla bla circostanziale, in cui l'ambasciatore di fatto dichiarava di sentirsi profondamente offeso per le accuse mosse dal giornale al primo ministro Berlusconi, terminava con:

Todo esto me preocupa porque con una campaña así de dura, ultrajante y en sentido único se corre el riesgo de provocar efectos negativos sobre la amistad y la simpatía que tradicionalmente caracterizan a las relaciones entre nuestros dos pueblos.
Che non credo abbia bisogno di commento o traduzione.
Mi pare comunque giusto aggiungere che El Paìs è il quotidiano spagnolo che nelle sue pagine ha dato spazio a personaggi come Saviano e Camilleri. Giusto perché ci trattano male.

3-

Altra notizia fresca è che ieri ci fu un vertice a Palazzo Grazioli, una fra le case del Nostro Amato Silvio, dove pare vi sia stato un vertice per decidere sulle nomine Rai. Con candidature che vedrebbero protagonisti uomini di fiducia del Presidentissimo. Insomma se ne è discusso a casa del diretto interessato dal conflitto di interessi. Italo Bocchino, vice capogruppo alla camera, ha pubblicamente nicchiato, dichiarando che al vertice si sarebbe riunito per discutere del terremoto in Abruzzo. Con gli esperti delle nomine Rai. E ci pigliano per fessi...

martedì 31 marzo 2009

Gioco di Prestigi...acomo




Ovvero come ti faccio l'inceneritore senza che nessuno se ne accorga.
Succede a Fusina (VE), dove la locale azienda per il trattamento dei rifiuti ha inaugurato un centro per la preparazione di Cdr (ovvero combustibile da rifiuti). Il Cdr verrà poi bruciato nella vicina centrale, permettendo un risparmio di ben il 5% sull'uso del carbone. E chi vuoi che se ne accorga se in mezzo al carbone ogni tanto ci butti anche una balla di rifiuti? Il tutto con l'assenso del ministro dell'ambiente (sic!) Stefania Prestigiacomo che vanta una ulteriore vittoria su quell'ambientalismo che mette sempre i bastoni tra le ruote a progetti di innegabile utilità. Utilissimi a chi li fa e chissenefrega di chi ci abita vicino.

Ovviamente a dare la notizia è il Gazzettino e lo fa peraltro con il solito grande entusiasmo filogovernativo. Senza pensare che forse la centrale non è costruita per bruciare rifiuti e che l'impatto della termovalorizzazione sull'ambiente circostante è ancora in discussione. E non serve a risolvere il problema dei rifiuti.

Intanto Obama pensa all'ambientalismo per risollevare l'economia malata degli Stati Uniti. Ma, si sa, l'America è lontana/ dall'altra parte della luna...

domenica 8 febbraio 2009

Sulla pelle di Eluana




Sulla pelle di Eluana c'è uno scontro istituzionale, c'è l'ingerenza vaticana, c'è lo schieramento trasversale.
Sulla pelle di Eluana c'è l'accusa alla famiglia di volersene disfare.
Sulla pelle di Eluana ci sono i salotti televisivi, le opinioni degli esperti, le discussioni in merito. C'è il Laicismo e il Clericalismo e l'Ateismo a voler puntualizzare.
Sulla pelle di Eluana c'è il Giudizio Universale, c'è il Sondaggio Popolare, c'è la parte del Giusto e i Massimi Sistemi , c'è la Questione di Principio.

Sulla pelle di Eluana mancano la compassione, la comprensione, il silenzio. Manca l'accettare che la decisione, giusta o sbagliata che sia, sia già stata presa da chi ne aveva il diritto. Lei.

sabato 10 gennaio 2009

Revisionismo o relativismo?




Mi capita a volte di rimanere basita di fronte a certe notizie. Per due motivi: 1- non riesco a capire come i "nostri" rappresentanti in parlamento abbiano così poco da fare tra crisi economica e riforme per occuparsi di taluni temi, 2 - come possano avere la faccia tosta di proporre leggi del genere, nella fattispecie questa qui.

In soldoni, si tratta di una proposta di legge della maggioranza che prevede una sorta di vitalizio di 200 euro l'anno per coloro che combatterono tra il 1940 e il 1945. Niente di male, si potrebbe pensare, almeno per chi se li può ancora godere. Peccato che questo vitalizio sia previsto anche per i repubblichini di Salò. Insomma una sorta di onorificenza da dare a tutti, militari partigiani e repubblichini, tanto s'era tutti in buona fede.

E qui mi sorge il dubbio: si tratta di un tentativo per minare la tradizione antifascista della nostra Repubblica, di revisionismo storico? Si vorrebbe dire insomma che le camicie nere avranno anche fatto qualche ragazzata ma tutto sommato erano bravi giovani? O c'è dell'altro, o è una lezione relativismo, etico e politico? Può la buona fede (ammesso che chi combatteva contro i propri connazionali, a fianco dei tedeschi che occupavano l'Italia, possa essere in buona fede) giustificare tali scelte? Io credo di no. Si può essere comprensivi, ma non si può negare la responsabilità individuale di fronte alla libera decisione di schierarsi.

Una risposta mi sa che viene proprio dall'intento dichiarato di questa legge:

"Solo partendo da considerazioni contingenti e realistiche è finalmente possibile quella rimozione collettiva della memoria ingrata di uno scontro che fu militare e ideale, oramai lontano, eredità amara di un passato doloroso, consegnato per sempre alla storia patria."
Rimozione collettiva della memoria. Spazzare via quel pezzo di storia che non piace, nasconderlo, dimenticarlo. Ormai è storia, è roba vecchia. Quel che conta è l'oggi, è il realismo che va contro l'idealismo.

" attribuiamo al progetto di legge in esame un forte valore simbolico e sociale, che valga a superare tutti gli steccati ideologici che hanno reso difficile per troppi anni la possibilità di riconoscere socialmente i meriti e il sacrificio di coloro che hanno combattuto consapevolmente per il Tricolore"
O forse si vuole togliere ogni misura di merito? Ogni riferimento a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Cancellare ogni metro di giudizio?

Forse sono cose vecchie e come molti pensano, poco importanti. Ma dimenticare il passato ed eliminare i fondamenti ideologici sono due facce della stessa medaglia. Fanno sì che tutto sia relativo, tutto sia uguale. Tolgono il metro di misura per giudicare il presente. E se tutto è relativo niente è giusto, niente è sbagliato, esiste solo l'utile personale. Che se ci pensiamo è un po' l'andazzo generale della nostra società.