sabato 19 ottobre 2019

Mientras tanto en Chile...

In Cile stanno succedendo cose, anche se da queste parti, fino a questa mattina,non lo stava raccontando nessuno. In pratica, come dice il manifesto qui sopra, lo Stato ha deciso di aumentare le tariffe del trasporto pubblico. 50.000 pesos sono uguali a una sessantina di euro. Calcolate però che il salario mismo in Cile è pari a qualcosa meno di 400 euro e che il salario medio corrisponde a un migliaio di euro ( fonte: www.elsiglo.cl). Su cui 250 euro al mese impattano eccome. Considerate anche che Santiago, la capitale, è uno scherzo di città di 6 milioni di abitanti.
Comunque sia, a iniziare la protesta sono stati al solito gli studenti, che notoriamente soldi in tasca ne hanno pochi, e che hanno protestato nella maniera più ovvia, ovvero entrando senza biglietto. Il presidente Piñera, personaggio inqualificabile oltre che di destra, ha risposto agli studenti di alzarsi prima la matta, così da non rientrare nell'ora di punta, più cara.
La conseguenza è stata questa:

Foto Javier Torres dal quotidiano El Mundo

In realtà il mal di pancia del Paese viene da lontano. Cile dal punto di visto economico è il paese del Cono Sud con maggior Pil Pro Capite, ma la ripartizione della ricchezza è estremamente diseguale e l'economia dipende ancora dalle esportazioni di rame e materie prime, soprattutto verso Cina e Stati Uniti.
Nonostante i salari bassi in comparazione a quelli italiani, molti prodotti hanno prezzi analoghi, ad esempio i carburanti. Il credito al consumo si è diffuso in maniera capillare aumentando il debito delle famiglie. Il sistema pensionistico è affidato alle AFP, imprese finanziare multinazionali private che erogano pensioni per lo più insufficienti.

Va da sé che la congiuntura internazionale correlata alla guerra dei dazi e la stretta di Thrump rischiano di mettere il Paese in seri problemi economici.

Nel frattempo Piñeda ha dichiarato lo stato d'emergenza e i Carabinieri, polizia militare, presidiano le strade.