sabato 10 gennaio 2009

Revisionismo o relativismo?




Mi capita a volte di rimanere basita di fronte a certe notizie. Per due motivi: 1- non riesco a capire come i "nostri" rappresentanti in parlamento abbiano così poco da fare tra crisi economica e riforme per occuparsi di taluni temi, 2 - come possano avere la faccia tosta di proporre leggi del genere, nella fattispecie questa qui.

In soldoni, si tratta di una proposta di legge della maggioranza che prevede una sorta di vitalizio di 200 euro l'anno per coloro che combatterono tra il 1940 e il 1945. Niente di male, si potrebbe pensare, almeno per chi se li può ancora godere. Peccato che questo vitalizio sia previsto anche per i repubblichini di Salò. Insomma una sorta di onorificenza da dare a tutti, militari partigiani e repubblichini, tanto s'era tutti in buona fede.

E qui mi sorge il dubbio: si tratta di un tentativo per minare la tradizione antifascista della nostra Repubblica, di revisionismo storico? Si vorrebbe dire insomma che le camicie nere avranno anche fatto qualche ragazzata ma tutto sommato erano bravi giovani? O c'è dell'altro, o è una lezione relativismo, etico e politico? Può la buona fede (ammesso che chi combatteva contro i propri connazionali, a fianco dei tedeschi che occupavano l'Italia, possa essere in buona fede) giustificare tali scelte? Io credo di no. Si può essere comprensivi, ma non si può negare la responsabilità individuale di fronte alla libera decisione di schierarsi.

Una risposta mi sa che viene proprio dall'intento dichiarato di questa legge:

"Solo partendo da considerazioni contingenti e realistiche è finalmente possibile quella rimozione collettiva della memoria ingrata di uno scontro che fu militare e ideale, oramai lontano, eredità amara di un passato doloroso, consegnato per sempre alla storia patria."
Rimozione collettiva della memoria. Spazzare via quel pezzo di storia che non piace, nasconderlo, dimenticarlo. Ormai è storia, è roba vecchia. Quel che conta è l'oggi, è il realismo che va contro l'idealismo.

" attribuiamo al progetto di legge in esame un forte valore simbolico e sociale, che valga a superare tutti gli steccati ideologici che hanno reso difficile per troppi anni la possibilità di riconoscere socialmente i meriti e il sacrificio di coloro che hanno combattuto consapevolmente per il Tricolore"
O forse si vuole togliere ogni misura di merito? Ogni riferimento a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Cancellare ogni metro di giudizio?

Forse sono cose vecchie e come molti pensano, poco importanti. Ma dimenticare il passato ed eliminare i fondamenti ideologici sono due facce della stessa medaglia. Fanno sì che tutto sia relativo, tutto sia uguale. Tolgono il metro di misura per giudicare il presente. E se tutto è relativo niente è giusto, niente è sbagliato, esiste solo l'utile personale. Che se ci pensiamo è un po' l'andazzo generale della nostra società.