mercoledì 23 settembre 2009

Tristezze



Ieri un blog del Corriere ha riportato questa notizia: secondo uno studio americano le donne (almeno le americane) sono infelici. Sono più infelici degli uomini (mentre quest'ultimi sono sempre più felici), sono più infelici mano a mano che invecchiano, sono più infelici mano a mano che passano gli anni. Una considerazione proposta dai due studiosi che hanno guidato il progetto è che “L’emancipazione socioeconomica delle donne nelle società industrializzate ha portato ad un declino del loro benessere psicologico”.

I commenti si sprecano. Siamo infelici perché vogliamo fare troppo, siamo infelici perché vogliamo troppe cose, siamo infelici per colpa del femminismo, siamo infelici perché abbiamo voluto troppo e adesso non siamo più in grado di gestire tutto quello che ci è stato dato. Siamo infelici perché abbiamo voluto alzare troppo l'asticella delle nostre pretese e dei nostri desideri.

Per un po' devo dire che anch'io mi sono aggiunta alla schiera delle infelici. Poi ho pensato: ma da quand'è che ci si preoccupa del problema delle felicità delle donne?

Mia madre ha 51 anni e sette tra fratelli e sorelle. Ha solo la licenza media anche se le sarebbe piaciuto studiare, perché allora in famiglia il privilegio di studiare era riservato ai maschi e le femmine dovevano andare a lavorare il prima possibile per contribuire col loro stipendio alla famiglia.
Si è sposata a vent'anni con mio padre che forse non conosceva abbastanza bene, visto che non si aspettava che "fosse così", e poi allora ci si sposava senza aspettare troppo, anche per uscire dalla famiglia. Dopo 12 anni è riuscita a lasciare mio padre, con pochi appoggi e molte critiche, anche dalla sua famiglia.
Quando si è sposata non aveva l'abito bianco. Era incinta e l'abito bianco era riservato alle vergini, vere o presunte tali.

Penso che a volte quando si parla dei danni del femminismo si tenda a dimenticare qual'era la realtà femminile. E la condizione di mia madre era la normalità.
Cos'hanno chiesto le donne di così pesante. Il diritto di votare? Il diritto di studiare? Il diritto di avere un lavoro dignitoso, soddisfacente o persino prestigioso?
O ancora il diritto di poter lasciare un uomo? Il diritto di avere o no un figlio? O forse il fatto di rendere lo stupro un delitto contro la nostra persona o il fatto di privare l'uomo del diritto di ucciderci per un tradimento? Cosa abbiamo ottenuto di così scandaloso?

E invece quante cose ci vengono chieste? Di esser brave, più brave. Di essere disponibili, ma non troppo. Di fare dei figli e occuparci degli anziani. Di curare la casa. Soprattutto di essere belle belle belle secondo canoni che noi non abbiamo scelto. Di essere sorridenti. Di non rompere.
Adesso anche di dover essere felici per quello che finora abbiamo avuto.

Non so voi ma io intendo difendere il mio diritto ad essere incazzata. E a volere molto, ma molto di più.

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