mercoledì 20 febbraio 2008

Religione e fede

Certosa di San Martino - Napoli

Lo so, il tema è di quelli ben pesi, però il mese scorso ho avuto occasione di assistere a una tre giorni di conferenze che parlava anche di questo argomento e che si tenne nel convento dei cappuccini di Thiene. E so anche che può sembrare abbastanza strano che una pecorella felicemente smarrita come me abbia osato calcare il sacro suolo, però l'ho fatto, con le mie domande, le mie riflessioni e soprattutto con il mio scetticismo.
L'oratore in quella situazione fu Alberto Maggi, frate e studioso della bibbia, con una serie di opinioni ( o, più probabilmente, di convinzioni) del tutto diverse da quelle del nostro amatissimo (?) Papa Ratzinger. Si, perchè Maggi non vede molto bene la religione, intesa come insieme di regole il cui compimento è garanzia di salvezza, o meglio, dice che il Vangelo stesso la condanna quando la preoccupazione di seguire queste sterili regole allontani dalla Fede, dal seguire l'insegnamento di amore verso l'altro, che è il vero insegnamento di Cristo. E tutto ciò mi vede più o meno d'accordo.

Poi però arrivò a dire che il cristiano per giungere alla Salvezza deve dedicare la propria vita al prossimo. Affermazione che mi è parsa davvero estrema. Non solo perchè in verità difficilmente applicabile. Ma soprattutto perchè penso che il nostro dovere prima di tutto sia di occuparci di noi stessi. Secondo me se non arriviamo a realizzarci, a conoscere veramente noi stessi e la vita, se per prima cosa non riusciamo a volerci bene non possiamo essere d'aiuto a nessuno.

Ma forse questo è perchè al momento sento il bisogno di prendermi cura di me stessa e di realizzarmi. E di cercare di essere felice...


Ya lo se, el argumento es pesado, pero me pasò el mes pasado de asistir tres dias de conferencias sobre religiòn y fe que tuvo lugar en el convento de los capuchinos de Thiene. Ya lo se, parece estraNo que una como yo haya pisado un lugar sagrado, pero lo he hecho, con mis preguntas, mis reflexiones, y sobre todo llevandome en la maleta todo mi escepticismo.
El tìo que hablaba se llama Alberto Maggi, es fraile, estudioso de la biblia y tiene unas opiniones (o màs probablemente unas convicciones) que son de toda manera diferentes de las de nuestro querido (?) papa Ratzinger. Si, porquè èl no vee muy bien la religiòn, entendida como conjunto de reglas cuyo cumplimiento garantiza la salvaciòn, o, mejor, dice que el evangelio la condena porquè la preocupaciòn en seguitar estas reglas aleja de la fè, de seguitar la verdadera enseNanza de amor hacìa el otro, que es la verdadera enseNanza de Cristo. Y esto me vee màs o menos de acuerdo.

Pero llegò a decir algo que para mi es extremadamente extremo.

Llegò a decir que el cristiano para llegar a la salvaciòn, tiene que consagrar su vida a los demàs.
Yo no estoy de acuerdo, no solo porquè creo que sea algo muy dificil, sino porquè creo sea fundamentàl dedicarse primero a nosotros mismos. Creo que si no nos llegamos a una realizaciòn, si no nos llegamos al verdadero conocimiento de nosotros y de la vida, si no nos queremos primero, no podemos ayudar de verdad a nadie.

Puede que esto sea porquè en esto momento siento la necesidad de cuidar de mi misma y de realizarme. Y de intentar ser feliz...

3 commenti:

Antonio Rentero ha detto...

Supporro che l´ideale sarà trovare la propria realizzazione in fare il bene al´altri, ma in qualche modo Gesù ha lasciato noi un 11º Comandamento: "ama la prossimo come a tè stesso".

Forse è lì ls risposta a la tua domanda.

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Supongo que la idea será encontrar la propia realización en hacer el bien a los demás, pero en cualquier caso Jesús nos dejó un 11º Mandamiento: "ama al prójimo como a tí mismo".

Quizá está ahí la respuesta a la pregunta que planteas.

Besicos.

Anonimo ha detto...

Ciao pecorella felicemente smarrita (ho trovato quest'espressione graziosa)
Io sono una pecorella che ha perso lo smarrimento... che ogni tanto lo ritrova... ma sempre più frequentemente non sa dove si trovi.

Occuparci di noi stessi ...è una necessità che non deve essere esclusiva... altrimenti ci chiudiamo in noi stessi.
E' pur vero... quando dici che bisogna volerci bene altrimenti non siamo d'aiuto a nessuno.
E come facciamo a volerci bene... se ...per esempio.. abbiamo avuto una vita difficile che ci ha forgiato in maniera da non amarci? Come si superano certe aridità?

Amando...
...ma puoi amare solo se conosci l'amore.
Bel problema!

Fortunatamente l'amore non si è estinto... e ci sono coloro che amano e che sanno trasmettere l'amore... facendosi dono.
E' così... che ci si salva: Amando!

Amando... realizzi pure te stesso nell'equilibrio delle cose.


Un sorriso di bene per te...

...anonimamente Tea

eva ha detto...

Amore.. è una parola decisamente grossa...
Credo che tutti attorno abbiamo persone che ci vogliono bene, famigliari, amici, colleghi di lavoro... e abbiamo molte volte la possibilità di incontrare persone che anche se non ci conoscono hanno comunque un atteggiamento positivo e collaborativo che può contribuire a renderci più felici per qualche minuto. Certo se siamo in un momento no inevitabilmente chi ci sta attorno ci sembra essere molto più lontano.

Personalmente poi penso che più che il concetto di amore sia praticabile il concetto buddista di compassione (che io, pur illegittimamente lego a quello latino di pietas). Riconoscere che la sofferenza non è qualcosa che si abbatte solo su di noi ma che è una condizione della vita comune a molti forse può suscitare in noi un senso di solidarietà, anche se non attenua il senso dell'ingiustizia subita (almeno io spesso vivo la condizione di infelicità come ingiustizia).

E poi c'è la speranza di un futuro migliore che tende a non abbandonarci. E penso sia anche questo amarsi: lottare per noi stessi...