mercoledì 20 febbraio 2008

Il fiume delle stelle


Mi è successo domenica scorsa. Di svegliarmi abbastanza presto la mattina e visitare il museo della mia città: il "museo dei grandi fiumi", e di riflettere. Sul fatto che il mio quasilavoro non è poi così inutile.
Una delle scoperte più importanti della scienza moderna è il DNA, una serie di catene chimiche nelle profondità della nostra materia, che ci spiega il perchè del nostro essere come siamo, la nostra storia biologica. E sembra che l'uomo si possa spiegare per codici chimici. E ho pensato che il mio lavoro di umanista non è alla fin fine così diverso. Solo non si tratta di indagare il passato per chimica, ma per immagini, per archetipi.
Perchè ci sono storie vecchie quanto la storia dell'uomo.
Come la storia di Ulisse, uomo dell'età del bronzo, tanto famoso che la sua vita passò di bocca in bocca fino a essere scritta. E attraversò il mondo greco, e il mondo romano con Virgilio, e il medioevo con Dante. E secoli e secoli senza essere dimenticato. Fino ad arrivare in Irlanda a vivere di nuovo su di un'opera di un tale James Joyce...

Vivo vicino ad un fiume, il Po, che però gli antichi chiamavano Eridano. Un fiume che scorre fra le stelle e che ha molte storie da raccontare.
Come quella di Fetonte, un ragazzo, figlio del dio del sole. Che per avere una prova dal padre provò a condurre il carro del sole.
Solo che non era pratico, salì troppo in alto, poi scese troppo in basso. E fece i deserti e bruciò gli uomini che ancora oggi sono rimasti neri. E Giove, per evitare guai ancora più grossi, lo fece precipitare nell'Eridano, dove le sorelle fatte pioppi lo piangono con lacrime d'ambra.
Durante l'età del bronzo, nella zona dove vivo arrivava l'ambra dal Baltico, veniva lavorata e poi prendeva la via del Mediterraneo. E ancora oggi a Crespino la piazza principale ha il nome di Piazza Fetonte.
A volte il passato continua a passare.

Me pasò el pasado domingo. De levantarme por la maNana, de visitar el museo de mi ciudad ("Museo dei grandi fiumi"), y de reflexionar. Sobre el hecho que mi casi-trabajo no es al final asì inutil.
Una de las cosas màs importantes que està estudiando la sciencia moderna es el DNA, una serie de cadenas quimicas en el profundo de la nuestra materia, que nos explica porquè somos asì, nuestra historia biologica. Y parece que el hombre se pueda explicar por còdigos quìmicos.
Y he pensado que mi trabajo de humanista no es al final asì diferente. Solo no se trata de indagar el pasado por quimica, sino por imagenes. Por arquetipos.
Hay historias que son viejas como la misma historia del hombre.
Como la historia de Ulisses. Que era un hombre de la edad del bronce.
Un hombre tan famoso que su vida pasò de boca en boca hasta ser escrita.
Y pasò el mundo griego, y el mundo romano con Virgilio, y la edad media con Dante. Y siglos y siglos despuès sin ser olvidado. Y llegò en Irlanda y viviò de nuevo en una obra muy importante de un tal James Joyce.

Jo vivo cerca de un rio, el rio màs grande de Italia. Ahora se llama Po, pero los antiguos lo llamaban Eridano.
Y es un rio tan importante que tiene un lugar en el cielo, en las estrellas.
Y ha dejado muchas historias.

Habìa un chico, se llamaba Fetonte. Y su padre era muy importante. Era el dios del Sol. Un dìa alguien puso en duda esto. -Pìdeme lo que tu quieras - dijo el dios del sol - eres mi hijo y te lo darè.
Y Fetonte pidiò de poder conducir el carro del sol. Su padre lo advirtiò, no es facil conducir el carro del sol. Pero èl quizo intentarlo y acabò un desastre. Pasò demasiado cerca de la tierra y quemò algunos hombres. Y los hombres de allì todavìa estàn quemados y negros.
Asì que Jùpiter tuvo que darle un bofetòn, que lo hizo cajer y ahogar en el rìo Eridano.
Y sus hermanas, que habìan llegado al rio para llorarlo, todavìa allì estàn, y son los chopos. Y sus lagrimas son gotas de ambar.

En la edad del bronce en mi zona llegaba desde el bàltico el ambar que tranformada en joyas, continuaba su viaje hacìa el mediterraneo.
Y todavìa hay un pueblo llamado Crespino, que està baNado por el Po, donde la plaza principàl se llama "Piazza Fetonte".
Tal vez el pasado no acaba.

Nessun commento: