lunedì 29 ottobre 2007

Vedo rosso


Che i politici italiani siano strani, si sà. Che preferiscano imbarcarsi in crociate assurde anzichè lavorare per il bene del paese, anche. Qualche voltà però mi vien da pensare che dovrebbero stare un po' più leggeri a cena, visto che certe cavatine uno le fa solo se se le sogna la notte. L'ultima è di Luca Volontè che si è impegnato a far riconoscere il reato di apologia del comunismo. E a riscrivere la Costituzione visto che lì, giustamente, si trova il reato di apologia del fascismo. "Staneremo uno per uno i fedeli amici di Lenin e dei suoi gulag" questa la dichiarazione di intenti. Quasi quasi mi mette paura...





Que los politicos italianos sean raritos es una cosa conocida, como prefieran perder su tiempo en actividades absurdas en lugar de trabajar por nosotros tambièn. Pero de vez en cuando pienso que tendrìan que estàr un poquito màs ligeritos a cena, ya que hay cosas que solo pueden surgir por pesadillas. La ùltima es de un tal Luca Volontè que ha hecho la propuesta de considerar el crimen de "apologìa del comunismo". In Italia es reconocido el crimen de apologìa del fascismo ( justamente), y asì se tendria que modificar la constituciòn (y declarar illegales dos partidos, un par de diarios, publicaciones y un monton de otras cosas).

Te toda manera su intenciòn es clara "desanidaremos un por uno los fieles amigos de Lenin y de sus gulag". Ya tengo miedito...


sabato 27 ottobre 2007

Myanmar

http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=10652&size=A

E' un collegamento a una pagina web dove ci sono due foto che descrivono bene la situazione birmana. Sono foto molto crude, non dimentichiamo che non è un film. E' la peggiore realtà.

Es un link a una pagina web que tiene dos fotos de lo que ha pasado en Birmania. No es una peli, es la realidad de un mundo cruel y malo. No olvidamolos.

venerdì 26 ottobre 2007

S'i' fosse foco, ardere' il mondo

S'i' fosse foco, ardere' il mondo;
s'i' fosse vento, lo tempestarei;
s'i' fosse acqua, i' l'annegherei
;

Cecco Angiolieri - Rime


La California sta bruciando. Sembra quasi la trama di uno di quei film catastrofici in stile americano che troppe volte una cattiva programmazione fa entrare nelle nostre case. Stavolta però è tutto vero, ed è quasi ironico che nel 2007 e nella nazione più ricca e avanzata del mondo l'uomo si dimostri ancora una volta impotente di fronte alla forza della natura. Accade oggi ed è accaduto nel 2005 con l'uragano Katrina. E tutto questo a dimostrare come alla fin fine l'uomo non sia altro che un insetto sulla terra, con la stessa forza di una formica, di nessuna importanza di fronte alle Forze eterne e smisurate della Natura e del Tempo. Così che vi pongo la descrizione di un altro incendio accaduto molto tempo fa.

California està quemando. Parece casi la historia de una de aquellas peliculas catastroficas que se producen en EE.UU., esta vez pero es realidad. Y parece estraNo que ahora, en el aNo 2007, en el paìs màs rico y desarrollado el hombre pueda ser impotente delante de la fuerza de la naturaleza, asì como pasò en el 2005 con el Huracán Katrina. Y a demonstrar como al final el hombre no sea que un bichito sobre la tierra, del mismo valor que una hormiga y de la misma fuerza de un gusano frente a la naturaleza entera.

L'anno del verbo incarnato 1381
Come el fu uno grandissimo focho in Ferrara
De ditto anno addì 19 de Zugno la sera circha alle due hore de notte vegnando à di 20 ditto el se le imprese fuocho in una casa dal tuebo de San Chiomento in Ferrara: el qual fuocho andò brusando insuro alla via de San Paolo da ogni banda dala via dele volte fina apreso alle mure, e cusì andò brusando ogni cossa fina al canton de San Paolo delle ditte volte fina alla muraglia, dove chel brusò piu de 400 case, e fra le altre case el se bruso la gabella ca ghia pocho inanzi el Marchese Nicolo haueua fatto fare e se gie bruso tutte le mercanzie che se gie aritrono dentro chel no se pote cauare cossa alcuna e era tanto terribile questo focho chel pareva che niuno homo hauesse tanto ingegno che gie sapesseno prouuedere
pur quando fu la sera adì 20 ditto e chel fu brusata la suprascritta gabella alhora el fuocho cessò ouero chel se fusse chel se voltò el vento da Gherbino che primo era el vento da Grecho a Levante overo cha pure cossì fusse el volere de quello ca guberna el tutto, basta ch'el fuogo cessò.




Jacopo da Marano - cronaca di Ferrara - 1500 circa



giovedì 18 ottobre 2007

Tecnologia



Oggi faccio un po' di pubblicità al blog del mio amico Valerio. Un blog per esperti informatici ma non solo. Guardate il post sull'I-Phone, io non credo lo comprerò (anche perchè non me lo posso permettere), ma se trovo quel frullatore me l'accatto subito!


Hoy vos hablo del blog de mi amigo Valerio. Es todo in italiano y habla de informatica. Su ùltimo post es sobre el I-Phone... y su dificil relaciòn con una batidora.

mercoledì 17 ottobre 2007

Dammi una Vespa e ti porto in Americaaa...


Leggo in un articolo de "La Repubblica" che negli Stati Uniti di quella lontana America, una serie di "vespisti" hanno deciso pochi giorni fa di partecipare alla grande festa del Columbus Day. Ovviamente in sella alle loro vespe. Questo perchè la Vespa è un "simbolo del genio italiano", e non a torto visto che fu quella che anticipò (e di molto) l'invasione degli scooter a cui ebbi l'onore di assistere dal basso della mia adolescenza, nei mitici anni '90. Quanto poi siamo affezionati alla Vespa è inutile dirlo, a la Vespa quella vecchia (perchè la nuova è un'altra cosa, come il New Beetle che è un plasticone o la nuova Mini che è una fuoriserie e non una spartana macchina popolare) quella che si coccolava, che si truccava, che si riparava in casa (vabbeh, io c'avevo il Bravo marcio però ho imparato lo stesso a smontare la candela), che si nutriva amorevolmente mescolando benzina e olio (mi dicono miscela al 2% con la "rossa"). Abbiamo amato così tanto la Vespa da fare di "50 special" dei Lunapop (gruppo che per il resto merita una damnatio memoriae) la canzone dell'estate di qualche anno fa.


Mio padre non aveva la Vespa. Già perchè il mondo si divide in due su molte cose (Pc o Mac, Beatles o Rolling Stones, James Joice o Virginia Woolf, Coppi o Bartali, Maradona o Pelè... ), e così si divide in Vespa o Lambretta. Mio padre era per la Lambretta.


http://www.repubblica.it/2007/10/motori/motori-ottobre-2007/motori-piaggio-usa/motori-piaggio-usa.html



Leo en un articulo de "La Repubblica" que en los lejanos EE.UU. para festejar el Columbus Day, han decidido partecipar al desfile una serie de "vespisti", logicamente con su Vespa. Ya, porque la Vespa, que vino mucho antes del gran exito de los scooters de los anos '90, es màs de una moto, es un "simbol del genio italiano". Y es un simbol a que nosotros italianos tenemos mucho cariNo. Obviamente no me refiero a la Vespa de hoy (que es como el new beetle, o sea la new Mini, o sea la nuova Panda, todos chismes que traicionan el espiritu espartano-original-popular que hacìan de estos algo màs que simples medios de transporte), sino a la antigua (o vieja) Vespa, la que se arreglaba en casa, que se tuneaba, que se nutrìa con amor mezclando aceite y gasolina en la correcta proporciòn (2% y con plomo). Y tanto se ha querido la Vespa de hacer, hace algunos aNos, de una canciòn (un poco estupida) como "50 special" de un grupo como i "lunapop" (que merecen damnatio memoriae) un exito del verano.



Quanto a mi padre, no tenìa Vespa. Ya, porquè como el mundo se divide en dos para muchas cosas (Pc o Mac, Beatles o Rolling Stones, James Joice o Virginia Woolf, Coppi o Bartali, Maradona o Pelè... ) tambièn se se divide entre Vespa o Lambretta. Mi padre tenìa Lambretta.




martedì 16 ottobre 2007

Felicità...


Questa mattina. Dò un'occhiata alla sveglia. Sono le sei. E' arrivata l'ora di insonnia che di tanto in tanto mi perseguita. E mi arriva così, inspiegabilmente, alla memoria, il primo verso di una poesia di Montale:

Felicità raggiunta, si cammina...

E descrive quanto sia precaria, labile la felicità.

Eccola qui, tale e quale mi è arrivata.


Esta maNana, miro el reloj y son las 6. Como suele pasar llega mi ora de insomnio. Y llega asì, de repente, el primer verso de una poesìa de Eugenio Montale, uno de mis poetas preferidos:

Felicità raggiunta, si cammina...

Que describe toda la precariedad, la inestabilidad de la felicidad.

Asì que la pongo aquì, simplemente, como me ha llegado...



"Felicità raggiunta, si cammina
per te su fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.

Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case."


Eugenio Montale - Ossi di Seppia

domenica 14 ottobre 2007

Ultimo arrivato...




Questa piccola meraviglia è l'ultima arrivata in famiglia... Ancora non ha un nome (e si accettano suggerimenti), però già ha le idee chiare: è la tigre della casa, sa quello che vuole e sa come ottenerlo... a suon di proteste e miagolii!


Esta preciosidad es la ùltima aquisiciòn de mi familia... Todavìa no tiene nombre (y se aceptan sugerencias), pero lo que tiene bien clarito es su caracter de tigre de la casa, que sabe lo que quiere y protesta para obtenerlo. Maullando, obviamente!

venerdì 12 ottobre 2007

Gli anni delle idee




Ieri ho avuto l'occasione di ascoltare Carlo Lucarelli parlare del suo nuovo romanzo non ancora uscito. Titolo: l'ottava vibrazione. Ci spiegò come in lui nasca un romanzo, come in fondo non siano che una serie di suggestioni, di immagini che lo prendono per mano e lo costringono a scrivere, di coincidenze che lo mettono dentro la storia "giusta".

Però quello da cui ha origine tutto è la vita reale e la storia presente, è questo che fa risvegliare suggestioni e immagini. Lucarelli poi le trasporta sul filo del tempo all'epoca passata, come se per vedere con maggiore chiarezza la storia presente dovesse voltarsi e guardare con un binocolo il passato. Ed è così che questa epoca di guerre, questo rapporto conflittuale tra nord e sud del mondo, lo hanno spinto a scrivere un giallo ambientato nell'Eritrea coloniale.


Sempre ieri ho avuto la fortuna di conoscere un pittore naif. Egli mi confidò le ragioni della sua pittura. Mi disse che dipingere gli serviva per esorcizzare le sue paure, così come a un bimbo si raccontano favole per consolarlo della paura del buio. "Siamo in guerra", aggiunse, "e i nostri ragazzi stanno combattendo nel mondo..." Alla fine due ragioni di fare arte non così diverse, che hanno radice in questi anni, in questa Storia.


Una cosa che ogni tanto ritrovavo nei suoi quadri era un palloncino che saliva libero nel cielo, palloncino che portava appesa una busta. Non gli ho chiesto che conteneva quella busta...



Ayer tuve la ocasiòn de escuchar a Carlo Lucarelli, escritor italiano, hablar de la novela a que està ahora trabajando: l'ottava vibrazione. Y asì aprovechò para contarnos como para èl una novela nace da una serie de sugestiones, de imàgenes que lo cogen por mano y lo llevan a escribir, de casualidades que lo conducen dentro de la historia.

Pero lo de que nace la nececidad de escribir es la vida real, la historia presente que despierta estas imagenes y que Lucarelli translada a un tiempo pasado, como si para ver mejor el presente tuviese que mirar atràs con un catalejo. Y esto tiempo de guerras, con la problemàtica relaciòn entre nord y sur del mundo lo empujaron a escribir de Eritrea en la època colonial.


Siempre ayer tuve la suerte de conocer un pintor naif. El me revelò la razon porquè pintaba. Me dijo que era para consolar sus miedos, como un cuento que se cuenta a un crìo que tenga miedo a la noche. "Estamos en guerra" aNadiò "Y nuestros chicos estàn combatiendo en el mundo...". Al final dos razones no muy diferentes que tienen raices en estos aNos, en esta historia.


Una cosa que de vèz en cuando pintaba este senor era un globo que subìa libre en el cielo, llevando con sigo un sobre. No se le preguntè que habìa dentro...

venerdì 5 ottobre 2007

Quanto dura una vita?



Cosa rimane alla fine della vita? Anzi, alla fine di una vita, perché ogni vita tiene un suo senso, una sua motivazione, una sua ragione.

Di fronte alla fine della vita, cosa rimane fatto un bilancio? E che puó capitare quando il caso vuole che qualcuno o qualcosa irrompano?

Se avete voglia di mettervi davanti a domande insolubili di questo tipo vi consiglio questo film: La eternitá e un giorno di Theo Angelopulos. É un racconto di poesia e delicatezza. Forse puó far riflettere su come fondare la propria vita su un'unica cosa, l'amore, il lavoro, la poesia, possa in fondo essere rischioso.
Ma come le storie che piacciono a me alla fine c'è sempre una speranza...

Que queda al final de la vida? O mejor, de una vida? Ya que cada vida tiene su sentido, sus motivaciones, sus razones.
Cual es al final el balance? Y que pasa si algo o alguien llegan a poner patasarribas nuestros planes?
Si teneis gana de calentaros la cabeza con preguntas como estas, os aconsejo esta peli: La eternidad y un día de Theo Angelopoulos. Una historia hecha con suavidad y poesía. A mi me ha hecho reflexionar su como centrar la propria vida en una sola cosa, sea esta el trabajo, la poesía o el amor, pueda ser un riesgo...
Pero siempre hay esperanza...

Memento

Oggi é il complenno di Marco. Almeno lo sarebbe stato.
Cosí non ti dimentico amico mio. E non dimentico la illusione, la speranza, la confusione che riempivano i tuoi 22 anni.

Hoy es el cumpleaño de mi amigo Marco, o hubiera sido si estuviera todavía en este loco mundo.
Tenía 22 años llenos de ilusión, confusión y esperanza. Yo lo conocí.
Y no quiero olvidarlo.

martedì 2 ottobre 2007

Un mondo cieco

"Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele
nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi
alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli..."

Primo Levi - Se questo è un uomo


Ci sono immagini che un giorno entrano nelle nostre case. Immagini che non lasciano indifferenti. Immagini che vengono da luoghi che ci sembrano lontani e che ció nonostante arrivano a toccare la nostra quotidianitá.
Una di queste è stata l'immagine dei monaci birmani, scesi per le strade a chiedere un futuro per il popolo e per il paese a cui appartengono. Uomini pacifici, che sempre hanno coltivato la compassione e il rispetto verso qualsiasi forma di vita e che ora sono perseguitati, imprigionati, uccisi.
La storia la conosciamo, è entrata nelle nostre case. C'è tuttavia qualcosa che riesce ad indignarmi piú d'ogni altra, ed é che mentre ovunque nel mondo le persone comuni si muovono e commuovono di fronte all'atrocitá di un tale dramma, la comunitá internazionale sia cosí lenta nel dare una risposta.

138 anni fa nacque Gandhi, il Mahatma che fu simbolo e padre della lotta non violenta. Sicuramente tutti ci ricordiamo delle sue parole: "Occhio per occhio e il mondo diventa cieco".
Accade questo: non vi é dramma che possa smuovere le nazioni e farle guardare al di lá del proprio miope interesse.
Facciamo qualcosa, tutti noi parliamone, chi ha fede preghi, soprattutto non perdiamo l'indignazione, non lasciamo che in pochi giorni questo venga dimenticato.

Hay imágenes que un día entran en nuestras casas. Imágenes que no nos dejan indiferentes. Imágenes que nos hablan de mundos lejanos y que, sin embargo, nos tocan dentro.
Una de estas, ha sido la imagen de los monjes de Birmania que salieron a la calle a pedir un futuro para su país, para su pueblo. Hombres de Paz, que desde siempre han cultivado la compasión y el respeto para todas las formas de vida, y que ahora son perseguidos, encarcelados, matados.
La historia la conocemos, ya que ha entrado en nuestras casas. Pero lo que me indigna más es que mientras en todo el mundo la gente común se mueve y se conmueve delante de esta tragedia, la comunidad internacional reacciona con tal lentitud y no es capaz de dar una respuesta clara.

Hace 138 años que nació Gandhi, el Mahatma que fue simbolo y padre de la lucha no violenta. Todos recordamos sus palabras: "Ojo por ojo y el mundo se quedará ciego". Esto es lo que pasa, no hay tragedia que pueda mover las naciones y hacerlas mirar más allá de sus miopes intereses. Hacemos algo, hablamos de esto sin cansarnos y quien tenga fé que reze. No perdamos la indignación, no dejemos que en pocos días todo esto se cubra de olvido...