sabato 16 aprile 2011

Calde lacrime e un esempio da seguire



Apro la webpage di Repubblica e.. che mi trovo? Berlusconi che davanti ad una platea di "mamme" (sempre buone le mamme), tuona ancora una volta contro la scuola pubblica e gli insegnanti di sinistra che, obbedendo a una stana missione continuano pervicacemente a voler inculcare perniciose e sinistre teorie nelle giovani menti innocenti.

Nel frattempo, un paio di giorni fa, un'insegnante di storia e filosofia è stata messa alla pubblica gogna per le perniciose idee che esprime, sotto pseudonimo, nel suo blog.
Di questo scrive Leonardo nel suo blog, e non credo si offenda se gli rubo una paio di frasi.

Però, davvero, secondo voi la scuola funziona così? Cioè: credete davvero che abbiamo tutto questo tempo per parlare di Intifada, di camere a gas, di Togliatti e Berlusconi? Avete mai dato un'occhiata agli orari, ai programmi?[...]
La scuola italiana è refrattaria alla propaganda: l'insegnante medio lo sa, e non ha davvero nessun interesse a mescolare le sue opinioni col suo mestiere.
Trovo che abbia ragione. E trovo che sia ora di smetterla con quest'idea dell'insegnante "guru", il predicatore dalle cui labbra pendono classi intere di studenti, il plagiatore generazionale. Quello che attira con le idee rivoluzionarie di sinistra e diventa una guida all'attimo fuggente. E che può pure essere malpagato, visto che quella all'insegnamento è una vocazione a cui non ci si può opporre.
Caratteristiche che vanno a braccetto con l'esigenza di avere il Prof Inattaccabile, bianco come un giglio, senza idee strane per la testa, anzi, proprio senza idee. Coerente con la sua missione fuori e dentro la scuola. Come un prete, per l'appunto.

Balle, tutt'alpiù un insegnante può farti piacere quello che insegna. Ci sta anche che diventi un punto di riferimento dal punto di vista umano. Ma fermati lì.
E non è affatto detto che un prof entusiasta e empatico sia per forza un buon professore. Sennò i manuali di didattica, gestione della classe e pedagogia per cosa sarebbero stati scritti? Insegnare non è un talento divino, ma qualcosa che si impara, come qualunque altro mestiere. E come in qualunque altro mestiere si dovrebbe poter timbrare il cartellino e dedicarsi alla vita privata.

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Ieri, venerdì, qua da noi in Germania è stata la giornata dei diplomati. Questo perché si sono appena conclusi gli esami di licenza superiore, giusto giusto prima delle vacanze di pasqua.

Una cosa in grande. Il palco allestito nella grande vasca interna. Tutti i ragazzi (dagli 11 ai 18 anni) a godersi lo spettacolo organizzato dai diplomati. Che hanno "costretto" i loro prof a sottoporsi a quiz, gare di mimo e danze improvvisate. Con tanto di "fascia" per i perdenti.

E mi son chiesta se dei prof italiani si sarebbero mai prestati a qualcosa del genere. Credo di no, troppa la paura di essere "vulnerabili".

Eppure tutto si è svolto con allegria e tranquillità, i ragazzi non hanno calcato la mano, hanno saputo non strafare, cosa che fanno spesso i nostri quando gli viene concessa qualche libertà in più.

Sono cose su cui riflettere.

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