martedì 4 novembre 2008

Doxa ed Epistème


Paola Binetti

e|pi|stè|me s.m. e f. TS filos., nella gnoseologia classica, la conoscenza
oggettiva, scientifica, in contrapposizione
alla conoscenza basata sull’opinione soggettiva
De Mauro - dizionario della lingua italiana


Mi scuso con i filosofi per aver preso a prestito queste precise categorie. Anche perché vorrei parlare di qualcosa che non è esattamente filosofico: la Binetti e la libertà di opinione.

Per chi in questo momento non ricordasse, Paola Binetti è una parlamentare del Pd, corrente teodem, ormai famosa per le sue infelici esternazioni. L'ultima delle quali riguarda l'omossesualità e il sacerdozio:

«Quindi queste tendenze omosessuali fortemente radicate presuppongono la presenza di un istinto che può risultare incontrollabile. Ecco: da qui scaturisce il rischio pedofilia. Siamo davanti ad un' emergenza educativa...»

Di fronte a tali deliri qualcuno nel partito e fuori si è risentito, e molto. Così che la nostra teodem si è sentita in dovere di ritrattare. Oddio, ritrattare è una parola grossa. Insomma si è esibita in un'altra esternazione per salvare capra e cavoli. Di cui però personalmente non ho capito molto:

«Il mio era un criterio di prudenza, che sottolineava il rischio che si poteva presentare in alcuni possibili preti omosessuali, anche per la tipologia di compiti di formazione accanto ai giovani: non a caso la vicenda americana conferma in alcuni casi questa ipotesi. Il vero dramma è la pedofilia, che presuppone manipolazione, quando non aperta violenza. Ma non ho mai pensato, neppure remotamente, a qualsiasi possibile forma di sovrapposizione con gli omosessuali, se non in via di rischio ipotetico».

Che significhi questo "rischio ipotetico"non l'ho capito, o forse rifiuto di capirlo. Comunque a mettere ordine nel pollaio c'ha pensato il padrone di casa, Walter Veltroni, che certo ha detto che l'opinione della Binetti non appartiene al partito ma è personale e sbagliata e che il partito ha ben altre idee. Ma ha anche aggiunto:

«in un grande partito come il Pd non possono esistere "reati d'opinione" o processi per idee che vengano espresse»

Il che vuol dire che ormai anche dentro al Pd se uno dice una falsità o semplicemente una cazzata non può essere censurato o criticato. Perchè ormai non esiste che una cosa sia vera o falsa, si tratta di opinioni che hanno tutte uguale dignità e diritto.
Personalmente non so a voi, ma a me i conti non tornano...

P.s. Giusto per le fonti: le citazioni sono state prese dal Corriere edizione on-line. Che vi invito a visitare per farvi un'idea più precisa...

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