martedì 27 aprile 2010

Esplorazioni


Vi vorrei parlare della mia ultima lettura: il romanzo Azazel, scritto dallo studioso egiziano Youssef Ziedan, vincitore del premio internazionale per il miglior romanzo in lingua araba del 2008. L'ho letto perché m'è presa la voglia di esplorare nuovi orizzonti letterari e di capire qualcosa di più sulla cultura araba. L'ho letto anche perché era ben recensito dall'"Internazionale" e perché ha vinto l'importante premio di cui sopra (i premi di per sè non sono una garanzia ma almeno evitano le cantonate).

Devo dire che mi è piaciuto. Ben scritto, in prima persona come una biografia, riesce a tratteggiare bene il protagonista senza tuttavia farne un eroe ma mostrandone i limiti (ed è apprezzabile che l'autore non abbia coccolato troppo il suo personaggio). Un uomo che nelle mille traversie della propria vita, riuscirà infine a ritrovare se stesso attraverso il proprio "demone", nell'acquisto e nella perdita di punti di riferimento e nella scoperta della propria volontà.

Le vicende sono ambientate tra l'Egitto e la Turchia, nel 400 d.C., epoca storica che sta diventando "di moda" anche grazie alla riscoperta della figura di Ipazia (con il film Agorà) di cui si parla anche nel libro. Molto più interessante è però che si parli del dibattito di quegli anni sul cristianesimo, sui problemi dell'ortodossia, sulla trinità e sulla natura di Cristo, e che si parli dei movimenti eretici come l'Arianesimo, scontro religioso che era anche scontro di potere e politico. Libro che, in ogni caso, suscita curiosità di natura teologica, senza peraltro risultare pesante alla lettura.

Certo, all'inizio è strano leggere un libro che parla di cristianesimo scritto da un musulmano, e forse può suonare come leggere un libro sull'Italia scritto da un inglese (e Camera con vista, col suo stile british, è di una freschezza impareggiabile). Ma dato il curriculum dello studioso le ricerche devono essere state sicuramente serie e approfondite.

Insomma, un buon libro.

In Italia è uscito quest'anno, edito da Neri Pozza, con traduzione dall'arabo di Lorenzo Declich e Daniele Mascitelli. E ve lo dico perché così ho la scusa di linkarvi il blog di Declich, che se vi interessa l'attualità e la cultura araba direi che è il caso di buttarci un occhio.

http://30secondi.wordpress.com/

lunedì 26 aprile 2010

Antifurto


Come si dice? troppo bella per non metterla...





(... E funziona anche contro le multe!)