Ieri ho avuto l'occasione di ascoltare Carlo Lucarelli parlare del suo nuovo romanzo non ancora uscito. Titolo: l'ottava vibrazione. Ci spiegò come in lui nasca un romanzo, come in fondo non siano che una serie di suggestioni, di immagini che lo prendono per mano e lo costringono a scrivere, di coincidenze che lo mettono dentro la storia "giusta".
Però quello da cui ha origine tutto è la vita reale e la storia presente, è questo che fa risvegliare suggestioni e immagini. Lucarelli poi le trasporta sul filo del tempo all'epoca passata, come se per vedere con maggiore chiarezza la storia presente dovesse voltarsi e guardare con un binocolo il passato. Ed è così che questa epoca di guerre, questo rapporto conflittuale tra nord e sud del mondo, lo hanno spinto a scrivere un giallo ambientato nell'Eritrea coloniale.
Sempre ieri ho avuto la fortuna di conoscere un pittore naif. Egli mi confidò le ragioni della sua pittura. Mi disse che dipingere gli serviva per esorcizzare le sue paure, così come a un bimbo si raccontano favole per consolarlo della paura del buio. "Siamo in guerra", aggiunse, "e i nostri ragazzi stanno combattendo nel mondo..." Alla fine due ragioni di fare arte non così diverse, che hanno radice in questi anni, in questa Storia.
Una cosa che ogni tanto ritrovavo nei suoi quadri era un palloncino che saliva libero nel cielo, palloncino che portava appesa una busta. Non gli ho chiesto che conteneva quella busta...
Ayer tuve la ocasiòn de escuchar a Carlo Lucarelli, escritor italiano, hablar de la novela a que està ahora trabajando: l'ottava vibrazione. Y asì aprovechò para contarnos como para èl una novela nace da una serie de sugestiones, de imàgenes que lo cogen por mano y lo llevan a escribir, de casualidades que lo conducen dentro de la historia.
Pero lo de que nace la nececidad de escribir es la vida real, la historia presente que despierta estas imagenes y que Lucarelli translada a un tiempo pasado, como si para ver mejor el presente tuviese que mirar atràs con un catalejo. Y esto tiempo de guerras, con la problemàtica relaciòn entre nord y sur del mundo lo empujaron a escribir de Eritrea en la època colonial.
Siempre ayer tuve la suerte de conocer un pintor naif. El me revelò la razon porquè pintaba. Me dijo que era para consolar sus miedos, como un cuento que se cuenta a un crìo que tenga miedo a la noche. "Estamos en guerra" aNadiò "Y nuestros chicos estàn combatiendo en el mundo...". Al final dos razones no muy diferentes que tienen raices en estos aNos, en esta historia.
Una cosa que de vèz en cuando pintaba este senor era un globo que subìa libre en el cielo, llevando con sigo un sobre. No se le preguntè que habìa dentro...
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