Questa mattina. Dò un'occhiata alla sveglia. Sono le sei. E' arrivata l'ora di insonnia che di tanto in tanto mi perseguita. E mi arriva così, inspiegabilmente, alla memoria, il primo verso di una poesia di Montale:
Felicità raggiunta, si cammina...
E descrive quanto sia precaria, labile la felicità.
Eccola qui, tale e quale mi è arrivata.
Esta maNana, miro el reloj y son las 6. Como suele pasar llega mi ora de insomnio. Y llega asì, de repente, el primer verso de una poesìa de Eugenio Montale, uno de mis poetas preferidos:
Felicità raggiunta, si cammina...
Que describe toda la precariedad, la inestabilidad de la felicidad.
Asì que la pongo aquì, simplemente, como me ha llegado...
"Felicità raggiunta, si cammina
per te su fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case."Eugenio Montale - Ossi di Seppia
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